La seconda intervista del ciclo dedicato alle Case dei Topi e condotto da Beatrice Bosio, è a Vera Bellotto della libreria La tana del Bianconiglio di Maerne di Martellago, in provincia Venezia. Trovate qui la prima intervista a Spazio Libri La Cornice, di Cantù.
1. Partiamo da una breve presentazione della libreria: come si chiama, dove si trova, quando è stata aperta e da chi, chi ci lavora adesso, in cosa è specializzata e com’è strutturata.
La Tana del Bianconiglio nasce nel 2012 da un progetto di Patrizia Altomare, l’attuale titolare, come negozio specializzato in giochi e laboratori per bambini e ragazzi, con anche una piccola selezione di libri. Nel 2017 il progetto si amplia con il mio coinvolgimento in qualità di libraia specializzata in letteratura per l’infanzia. Di conseguenza, si rende necessario un cambio di sede, da Martellago a Maerne di Martellago, in cerca di uno spazio più ampio che consenta l’aggiunta della parte dedicata alla libreria. Nei circa 160 mq della nuova sede, giochi e libri possono felicemente convivere.
Attualmente alla Tana, oltre a Patrizia e me, lavora la nuovissima arrivata Jessica Minello.
2. A cosa si deve la scelta di un riferimento all'opera di Carroll come nome per il negozio?
La scelta di Patrizia di citare Alice nel Paese delle Meraviglie nasce da un ricordo d’infanzia, quello della voce che le leggeva il libro di Carroll, e al contempo da un’urgenza manifestatasi nell’età adulta, quella di un luogo sospeso tra realtà e sogno dove potersi perdere e rifugiare sospendendo la fretta quotidiana.
3. In quanto Casa dei Topi, La Tana del Bianconiglio è per definizione una libreria indipendente, meglio ancora un negozio indipendente. Oltre a questo aggettivo, te ne viene in mente un altro che ben si addice alla descrizione della Tana?
La Tana è tenace.
4. M'incuriosisce il fatto che una piccola frazione come Maerne di Martellago, che conta a malapena ottomila abitanti, ospiti un negozio come il vostro. Come mai la scelta di questo luogo?
Come ti dicevo, La Tana del Bianconiglio si trovava originariamente a Martellago. La valutazione di Patrizia per la scelta del luogo aveva tenuto conto dell'età della popolazione, del numero di abitanti e di aspetti più logistici come l’ampiezza dello spazio e un costo dell’affitto non troppo oneroso. Nel caso del successivo trasferimento a Maerne, dettato primariamente dall’esigenza di una sede più grande, abbiamo voluto anche che il negozio fosse facilmente raggiungibile in auto da una porzione molto più estesa di territorio, quindi non solo dai paesi limitrofi, ma anche da fuori provincia. Proprio per questo la Tana non è in centro a Maerne, ma vicino a una grossa strada provinciale che collega più comuni.
5. La clientela del vostro negozio, perciò, non si limita agli abitanti dei dintorni, ma include anche persone provenienti da zone abbastanze lontane. Come sono venute a conoscenza della vostra realtà e come siete riuscite a fidelizzarle? Avete attratto un buon numero di clienti fin dall'inizio o non è stato sempre facile?
Sicuramente la nostra clientela non va pensata legata al solo territorio circostante, bensì estesa all'intera provincia di Venezia e oltre. È composita. Ci sono dei clienti storici che hanno considerato la Tana fin dall’inizio un punto di riferimento, ma anche clienti che l’hanno scoperta più tardi, trovando in essa ciò che stavano cercando. Alla base dell’allargamento della nostra clientela c’è senza dubbio il passaparola, affiancato da un solido lavoro di comunicazione sui social. Dal 2020 abbiamo attivo sul nostro sito anche uno shop online, attraverso il quale cerchiamo comunque di non rinunciare al dialogo con gli acquirenti.
Attirare clienti e far sopravvivere una realtà indipendente come quella del nostro negozio non è mai stato facile e mai lo sarà. Ogni giorno è indispensabile creare e mantenere relazioni di persona, sul territorio e oltre, ma anche via WhatsApp, Telegram, Facebook, Instagram.
6. Oltre a essere composita per provenienza, suppongo che la vostra clientela sia formata grossomodo, da una parte, dai bambini e, dall’altra, dagli adulti che se ne prendono cura o hanno un qualche interesse professionale nei loro riguardi. Questo fa sì che, a differenza di negozianti o librai non specializzati nell'infanzia, dobbiate rivolgervi a una figura intermediaria, l'adulto, per arrivare al vostro destinatario finale, il bambino. Questo come influenza il vostro lavoro?
Ci influenza costringendoci a moltiplicare i punti di vista: occorre comprendere i desideri dell'adulto e l'eventuale obiettivo della sua richiesta, ma al contempo dare ascolto a chi non decide in prima persona, ovvero il bambino. In altre parole, bisogna saper stare in equilibrio tra diverse visioni, mantenendo la centralità del pensiero focalizzata sul bambino o ragazzo. Non è comunque raro che i piccoli o i ragazzi vengano coinvolti direttamente nel processo di scelta.
A prescindere dall’età dei clienti, desideriamo instaurare con ciascuno un rapporto di ascolto autentico, fiducia e condivisione.
7. Abbiamo parlato del territorio in cui il vostro negozio si trova e della clientela che lo frequenta, cosa potresti dirmi dei colleghi del settore? Ci sono altre librerie o negozi di giocattoli con cui collaborate? E se sì, in che modo?
La collaborazione tra colleghi c'è laddove non vi sia sovrapposizione, ma pieno rispetto del lavoro reciproco. Sia per il libro che per il gioco siamo in contatto e in dialogo con realtà relativamente vicine geograficamente, ma anche dislocate nel resto di Italia. Non è raro chiedere un supporto e darlo a nostra volta: e così si è pronti ad andare di corsa da un collega pur di soddisfare le richieste di un cliente, oppure organizzare triangolazioni di prese da parte del corriere o, ancora, preparare una cena per una splendida libraia che ha assolutamente bisogno di un gioco per accontentare i desideri espressi da un bambino nella letterina per Babbo Natale.
8. Oltre a librerie e negozi di giocattoli, ci sono altre realtà non del settore con cui collaborate spesso? Per esempio, chi tiene i corsi e i laboratori che proponete? C’è una collaborazione di cui andate particolarmente fiere?
I corsi e i laboratori sono, per scelta, tenuti da illustratori, autori o formatori specializzati. Collaboriamo molto con scuole, biblioteche e altre realtà a cui ci legano sempre il libro o il gioco.
Una collaborazione ormai consolidata di cui siamo fiere è quella con un'associazione del territorio estremamente attiva nell'ambito del bambino ospedalizzato. Ne supportiamo le idee e le iniziative coinvolgendo la nostra clientela, come nel caso del “Giocattolo Sospeso”, un invito ad acquistare un libro o un gioco che in una data occasione dell’anno sarà regalato ai bambini ricoverati in ospedale.
9. Per quel che concerne l’attività di vendita dei libri, sapresti raccontarmi a grandi linee come scegli i titoli da assortire e secondo quali criteri li organizzi e disponi negli spazi della libreria?
La scelta del catalogo è decisamente una questione complessa. Per l’assortimento di titoli teniamo ben presenti le esigenze delle tipologie di clientela che frequentano la Tana, senza però mai rinunciare a nostre personali curiosità, preferenze e intuizioni. L’intenzione è quella di mettere sempre a disposizione anche qualcosa che vada in una direzione diversa rispetto alle aspettative dei nostri lettori, così che ogni giorno possano scoprire cose nuove e inattese.
La disposizione dei titoli negli spazi della libreria segue sommariamente una suddivisione tra cartonati, divulgazione e narrativa; la divisione più netta è tra case editrici. Poi c’è una zona centrale dedicata a quanto desideriamo mettere in evidenza, non solo le novità.
10. Sapresti dirmi quali titoli avete venduto di più nel corso della storia della Tana (i primi tre) e cosa raccontano, secondo te, del vostro spazio e di voi?
Il più venduto è Pluk e il Grangrattacielo, edito da Lupoguido. È un libro perfetto per noi: divertente, non banale, in grado di appassionare anche l'adulto che lo legge. Per lunghezza e struttura si presta molto bene all’ascolto "a puntate", amatissimo dai bambini.
Il secondo libro più venduto è L'uccellino fa della casa editrice Babalibri, un imprescindibile per i più piccoli.
Al terzo posto troviamo Avrò cura di te, edito da Camelozampa, un albo semplice e gentile capace di conquistare i lettori bambini e, al contempo, trasformarsi, nelle mani preziose di insegnanti ed educatori, in occasione per trasmettere un messaggio importante.
11. Pensando al catalogo Topipittori, che è poi ciò che vi contraddistingue come Casa dei Topi, c’è un libro che pensi possa rappresentare bene lo spirito della libreria o a cui siete particolarmente affezionate?
Ti dico cinque titoli, come le dita di una mano: Quando il sole si sveglia, Ninna nanna per una pecorella, C'era una volta in Persia, La Capra Canta, L'anima smarrita.
Come nel gioco dei puntini numerati, tracciando una linea che unisca questi cinque titoli si rivela nitido il profilo della Tana come libreria.
Si parte da un cartonato e una ninna nanna, due voci di richiamo per i più piccoli; si passa poi a un libro intenso come C'era una volta in Persia, che tocca temi come l'identità e l’ascolto di sé. Con l’esplosione di colori e la giustezza di parole de La Capra Canta si raggiungono in pochi passi e giocosamente i luoghi più profondi dell’interiorità di ciascuno. Infine si arriva a L'anima smarrita, che si rivolge direttamente al lettore adulto, lo fa fermare e lo invita ad addentrarsi nel mondo degli albi illustrati.
12. Particolarità della Tana è la sua duplice identità, libreria e negozio di giochi insieme. Se finora ci siamo concentrate solo sui libri, adesso vorrei chiederti cosa li accomuna ai giochi che proponete: cosa li unisce, al di là chiaramente dello spazio fisico che condividono?
Potrà sembrare scontato, ma ciò che accomuna le due proposte è proprio il bambino. Affiancare gioco e libro ci consente di rispondere pienamente ai suoi bisogni e interessi, accompagnandolo nella crescita e favorendone lo sviluppo cognitivo ed esperienziale fin dalla nascita.
13. Quali sono i percorsi formativi e/o lavorativi precedenti che vi hanno fatte approdare alla Tana?
Patrizia, la titolare, ha una laurea in psicologia. A tale formazione si devono la sua profonda coscienza e conoscenza dell'importanza del gioco nell'età evolutiva come base per una crescita sana e il conseguente desiderio, esauditosi con la Tana, di aprire un negozio di giochi per bambini.
Per quanto riguarda me, l'interesse per la letteratura per l’infanzia deriva dalla mia grande passione per i libri, quelli destinati ai più piccoli e non solo. Una ventina di anni fa ho iniziato a frequentare assiduamente tutti quei luoghi dove il libro e l’infanzia fossero protagonisti: fiere, biblioteche, eventi e librerie. L'incontro con altre persone appassionate ha dato il via al mio percorso professionale da libraia: nel 2006, infatti, ho preso parte alla fondazione di una libreria specializzata indipendente. Nel 2018 un cambio di rotta mi ha portata ad affiancare a tempo pieno Patrizia nel progetto della Tana del Bianconiglio.
14. Prima di salutarci, un’ultima richiesta: dammi una buona ragione per cui chiunque dovrebbe venire a farsi un giro alla Tana.
Noi della Tana amiamo scegliere e selezionare, cercare risposte alle nostre e altrui domande. Ci piace portare punti di vista e opportunità diverse, ci piace creare momenti di condivisione e incontro, più ampi con illustratori, autori e formatori, più intimi e raccolti con ciascun cliente, adulto o bambino che sia.