Il Picturebook Fest. Festival dell’arte e della letteratura per ragazzi, è il primo festival organizzato a Lecce che ha come obiettivo, come si legge nel sito, “la valorizzazione dei linguaggi dell’illustrazione contemporanea per l'infanzia, attraverso la promozione della lettura e della scrittura e con esse dell'esemplarità del percorso creativo di ogni scrittore, illustratore ed editore”. Conclusosi da pochi giorni, la sua seconda edizione mostra quanto rapidamente questo evento sia riuscito a conquistare uno spazio nell’ambito delle manifestazioni dedicate a questi ambiti tematici. Dietro a manifestazioni riuscite vi è spesso una realtà in fermento, grazie alla quale si crea un terreno adatto al fiorire di diverse iniziative. Il MUST, Museo Storico della città di Lecce, con la sua Libroteca d’arte creata da Melania Longo e dedicata agli albi illustrati, intorno alla quale si è sviluppata l’attivissima sezione didattica del Museo, è sicuramente uno dei poli virtuosi della città. Sul nesso che si è stabilito fra Museo, Libroteca e Festival rivolgiamo alcune domande a Melania Longo che ringraziamo per la disponibilità.
Intanto, Melania, qual è il tuo percorso professionale e di studi?
Ho conseguito il diploma di laurea in Conservazione dei Beni Culturali, presso l’Università del Salento quindi la mia formazione di base è da storico dell’arte, con specializzazione in arte moderna e contemporanea. Il mio percorso di studi mi ha portato poi a conseguire il Master in Servizi educativi per il Patrimonio artistico, i musei storici e delle arti visive presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Inoltre, ho scelto di accrescere le mie conoscenze e competenze nell’ambito della didattica dell’arte frequentando i corsi di formazione del Laboratorio d’Arte di Palazzo delle Esposizioni, curati da Paola Vassalli.
Dopo un periodo dedicato alla ricerca e alla critica d’arte contemporanea, svolto presso l’Università del Salento, all’interno di una spin-off del Dipartimento di Beni Culturali, per un anno sono stata libraia in una libreria di Lecce specializzata in letteratura per ragazzi e infine sono approdata al MUST, dove da cinque anni curo la progettazione delle attività e dei laboratori dei Servizi Educativi del museo. Grazie all’esperienza maturata in ambito museale, mi occupo di formazione per docenti, educatori, genitori sugli albi illustrati e sulla didattica e pedagogia dell’arte.
Quando è nata la Libroteca d’arte e com’è nata l’idea di associarla al Must?
La Libroteca d’arte è una collezione di libri e albi illustrati di editoria nazionale e internazionale che attualmente raccoglie oltre mille titoli di importanti nomi del mondo dell’illustrazione e dell’arte come Bruno Munari, Maurice Sendak, Suzy Lee, Kveta Pacovská, Katsumi Komagata, Leo Lionni, Enzo e Iela Mari e tanti altri. Oltre a questi libri, la Libroteca accoglie anche una sezione professionale di cataloghi, saggi critici e libri sulla didattica dell’arte.
Questa collezione è nata ufficialmente nel 2012 da un mio piccolo fondo privato di albi illustrati, acquistati per pura passione dell’arte, delle immagini di qualità e delle storie.
Quando ho iniziato a lavorare all’interno del museo, attraverso l’associazione LedA (Laboratori educativi e didattici per l’Arte) di cui faccio parte, e ho dovuto curare la progettzione di percorsi e attività per il pubblico dei giovanissimi, non solo mi sono ispirata alle collezioni permanenti del MUST e alle opere esposte, di volta in volta, nelle mostre temporanee ma ho trovato anche negli albi illustrati degli eccezionali strumenti per fornire ai pubblici nuovi alfabeti per un'educazione all'arte.
Questo piccolo fondo, così, si è accresciuto ogni giorno di più divenendo una vera e propria biblioteca, una galleria di storie e di emozioni tutte da leggere attraverso le parole e le immagini. La Libroteca d’arte accoglie al suo interno anche uno spazio del fare, dedicato alle attività laboratoriali e un atelier ispirato al Closlieu di Arno Stern. Così, oltre a essere un giardino dell’immaginario, la Libroteca è anche lo spazio delle possibilità, dove il libro, l’arte, le storie sono strumenti di relazione e rielaborazione, dove i bambini, e non solo, provano con l'immaginazione a dare forma alle diverse capacità di essere e di esprimersi attraverso i linguaggi dell'arte. In tal modo l’atelier e la Libroteca d’arte diventano un tutt’uno, il luogo della ricerca, dell’invenzione, dell’empatia, dell’ascolto. Luogo dove ci si nutre attingendo all’arte e alla letteratura e così si cresce più consapevoli di sé e in armonia con gli altri.
Oltre ad averla creata, tu ne segui anche lo sviluppo. Come scegli i libri che vi entrano a far parte, che criteri applichi nella selezione?
I libri che fanno parte della Libroteca sono tutt’ora un mio fondo privato, condiviso con la comunità negli spazi del Museo. La scelta dei libri e di tutti i percorsi ed attività di promozione a essi collegati scaturiscono dal fatto che, secondo me, i linguaggi espressivi e poetici sono parte fondante di quel processo attraverso il quale si struttura la conoscenza stessa.
"I libri sono educatori silenziosi" ha detto Jella Lepman, fondatrice dell' Internationalen Jugendbibliothek di Monaco e di Ibby (International Board on Books for Young People), che possono portare a una reale consapevolezza estetica dell’esistere e determinare l’essere di un individuo, le sue scelte, la sua vita. Per questo la mia cura della collezione si basa innanzitutto su quell’elemento imprescindibile che Italo Calvino ha definito “curiosità visiva”.
Sono sempre alla costante ricerca di libri capaci di suscitare una sorta di stupore visivo, prima in me e poi nei bambini come negli adulti. Per questo esploro fiere specializzate, librerie di settore e mercati dell’antiquariato. Si tratta di libri che fanno venir voglia di aprirli di nuovo e che prendono i bambini sul serio mentre li emozionano e li divertono; libri che cercano di avvicinare due universi particolari, quello dell’infanzia e quello degli autori e illustratori. Infine, libri dove l’immagine non è un ornamento aggiunto, ma - parafrasando Bruno Munari -, un unico palpitante insieme con i testi, capace di trasformare il libro in un oggetto comunicante in sé, da leggere nelle forme, nei colori, nel tipo di carta o cartone, nella grandezza dei caratteri tipografici o la forma stessa delle lettere, e che comunica anche in tutta la tecnologia editoriale, quindi anche attraverso spessori, rilegature, fustellature.
Cosa ti interessa sia presente sugli scaffali della Libroteca e cosa ritieni irrinunciabile?
Mi interessano i libri che hanno in comune il fatto di narrare l’infanzia quotidiana, gli affetti, le prime esplorazioni nei territori dell’autonomia e delle emozioni, i primi incontri con l’altro per scoprie l’amicizia, la differenza come risorsa, la gioia della scopera infantile. Inoltre libri dedicati all’arte, alla musica, alla fotografia per ragazzi, alla poesia ed anche gli albi illustrati cosidetti di divulgazione. Particolare attenzione presto nella ricerca e nella scelta dei libri senza parole di cui nella Libroteca sono raccolti un centinaio di titoli.
Dal momento che una delle finalità principali è quella di allenare la creatività dei bambini e di contribuire alla loro educazione artistica, non mancano quei particolari tipi di libri nati per essere delle vere e proprie opere d’arte a misura di scaffale. Libri a tre dimensioni, come sosteneva Munari, proprio come una scultura o un gioco col fine di trasmettere il piacere per l’oggetto libro nella sua totalità.
Libri, dove arte, grafica e design si intrecciano per dar vita a ibridi particolari, libri polisemici lontani dai più comuni volumi, illustrati o non, per bambini, spesso privi anche dello stesso testo e modellati in forme inusuali. Ne sono un esempio Prelibri di Bruno Munari oppure Les deux carrés di El Lissitzky, che è stato il primo libro astratto russo per bambini, creato negli anni Venti.
A che tipo di esperienze e realtà ti sei ispirata nel progettare la Libroteca?
Fonte di ispirazione per me sono stati lo Scaffale d’Arte di Palazzo delle Esposizioni di Roma e l’Archivio O.P.L.A (Oasi per libri artistici) di Merano.
La sezione didattica del Must è una costola della Libroteca. Chi segue attività e laboratori? Chi progetta i laboratori e con quali obiettivi?
La collezione di libri è divenuta, con il tempo, uno dei cuori pulsanti del MUST ed è condivisa con la comunità per fini di studio, di ricerca, di educazione e diletto. Il linguaggio dell’arte e delle letteratura per ragazzi sono per i Servizi Educativi del museo linguaggio universale e assumono, all’interno dei programmi educativi che curo personalmente, un significato molto speciale, unificante. Così i programmi di didattica dell’arte, legati alle collezioni permanenti del museo, vanno di pari passo con quelli di promozione delle lettura e dei linguaggi dell’illustrazione, in sintonia anche con i progetti nazionali quali quelli di IBBY Italia. Ecco così che i libri si trasformano in veri e propri laboratori ed esperienze d’arte attraverso i quali proporre ai pubblici nuove occasioni di scoperta sul mondo delle figure e dell’immaginazione.
Puoi farci qualche esempio di attività?
I programmi educativi del MUST, e quindi della Libroteca, si sviluppano ogni anno tra i mesi di settembre e luglio e, nello specifico, si sostanziano in proposte formative e didattiche per i bambini e i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado; progetti specifici per le famiglie; corsi di formazione sulla didattica museale e sugli albi illustrati per docenti ed educatori; summer camp d’arte per bambini e adolescenti. Anticamente tempio delle Muse, luogo di studio per pochi specialisti, oggi il museo vuole essere qualcosa in più e intende aiutare i pubblici ad acquisire con un atteggiamento critico e produttivo, le proprie strutture mentali derivanti non solo dall’apprendimento ma soprattutto dalla rielaborazione. Pertanto, attraverso i progetti educativi della Libroteca, il MUST si fa promotore del libro come strumento per leggere l’arte, per comprenderla attraverso immagini e parole, per farne momento indispensabile di conoscenza, soprattutto per bambini e ragazzi, sia nell’ambito scolastico che nella vita di tutti i giorni. Per portare qualche esempio, all’interno dell’offerta didattica per la scuola di quest’anno ho dedicato particolare spazio al rapporto tra arte, musica, illustrazioni proponendo un percorso su Il flauto magico, attraverso le interpretazioni visive di Chagall, Emanuele Luzzati e Alessandro Sanna. Particolare attenzione, da quando la Libroteca è nata, riservo al tema sempre attuale delle emozioni e dell’alfabeto dei sentimenti come anche ai percorsi plurisensoriali ispirati ai laboratori di Bruno Munari, e naturalmente alla didattica dell’arte. Il Museo di ogni cosa, un progetto incentrato sulla narrazione e le didascalie museali, ispirato a Diario minimo di Umbero Eco, e La cura del guardarte un percorso di geografia emozionale che si concentra soprattutto sulla fruizione e interpretazione del territorio e del paesaggio, sono tra i laboratori che maggiormente coinvolgono emotivamente bambini, ragazzi e docenti.
Che ruolo hanno gli albi e la lettura nei laboratori che proponete?
Gli albi illustrati nelle attività che curo rappresentano per i bambini, e i pubblici in generale, sempre l’inizio di un viaggio di scoperta, ricezione e rielaborazione. Sono il punto di partenza per stimolare processi immaginativi e creativi, idee, paradigmi, metafore, simboli desunti dall’universo artistico, utili a comprendere il mondo circostante. L’ albo illustrato, nel laboratorio diventa uno strumento didattico innovativo che consente di approcciarsi al patrimonio culturale con curiosità e divertimento (edutainment), sperimentando e scoprendo in autonomia.
In tale contesto la Libroteca è soprattutto luogo di elaborazione e costruzione delle identità dei bambini dal momento che, la metodologia “hands- on” e “learning by doing”, li stimola a un ruolo attivo nel processo di creazione e trasformazione dei contenuti.
Lavorate anche in sinergia con istituzioni come scuole e biblioteche?
La maggior parte delle attività della Libroteca sono strutturate per essere realizzate in sinergia con istituti scolastici, biblioteche, amministrazioni pubbliche e enti privati, offrendo, all’occorrenza, anche servizi di consulenza e formazione sugli albi illustrati.
Che accoglienza vi ha riservato e vi riserva la città?
La città, nello specifico il pubblico di famiglie, bambini, docenti partecipa con vivo interesse alle attività proposte grazie alla continuità del lavoro di ricerca che si è consolidato negli anni, alla cura nella selezione dei libri e ai programmi educativi differenziati per ogni target, ricchi di momenti creativi e spunti nuovi, tanto per i bambini che per gli adulti.
Che istituzioni e sponsor vi supportano?
Gran parte delle attività, quasi tutte, si auto sostengono; tuttavia, su progetti specifici, intervengono a supporto istituzioni pubbliche (Comune, Provincia e Regione) o aziende private attraverso sponsorizzazioni economiche o erogazione di servizi.
Alla Libroteca si può accedere liberamente durante gli orari di apertura del museo?
Alla Libroteca si accede nei giorni e negli orari di apertura del MUST, dal martedì alla domenica dalle ore 12 alle 19, in presenza di un educatore che è disponibile nel supportare la consultazione. È possibile anche fruire della collezione in orari diversi da quelli stabiliti, previa richiesta. I volumi sono esclusi, per il momento, dal prestito.
Si può dire che sia stata anche la presenza della Libroteca a fare da innesco al progetto del Picturebook Fest?
Il Picturebook Fest è un importante strumento di promozione dei percorsi educativi sviluppati dalla Libroteca d’arte e quindi una sua naturale evoluzione che ne arricchisce le attività, spostando il focus sulla formazione professionale degli addetti al settore, e non solo, con l'obiettivo di affermare e promuovere l'importanza culturale e la valenza pedagogica del libro illustrato. Il Festival, per questo, dedica approfondimenti sull’illustrazione, riservando uno spazio importante anche ai libri e alle letture accessibili, ai percorsi della narrazione nell’albo illustrato, alla fotografia, all’editoria e anche alla scrittura per grandi e piccoli.
Da chi è nata l’idea del festival e chi lo organizza
L’idea è nata dalla condivisione di passioni, visioni e saperi da parte mia, di Chiara Lorenzoni, autrice di albi illustrati, che collabora attivamente all’interno delle attività della Libroteca, e che insieme alla sottoscritta è curatrice del Festival, e di Carlo Miglietta, che si occupa di comunicazione e marketing.
Avete già programmi per la terza edizione del Picturebook Fest?
Mentre siamo a lavoro per la terza del Festival, che si svolgerà a fine gennaio 2018, stiamo progettando una summer school per docenti, educatori, autori e illustratori che avrà luogo in una location suggestiva del Salento.
Quanto conta in una città come Lecce uno scaffale d’arte dedicato ai bambini e ai ragazzi?
La Libroteca d’arte è l’unica nel suo genere in città, perché accoglie e raccoglie queste particolari opere per renderle più facilmente reperibili e fruibili da parte di studiosi, critici, insegnanti, grafici, illustratori, designer, editori, ricercatori, in modo da consentire loro la conoscenza, l’analisi, per offrire la possibilità di visionare, confrontare, prendere spunti, scoprire tendenze e stili, trovare relazioni; ovviamente è principlamente rivolta a bambini e ragazzi, che hanno a portata di mano libri ed esempi spesso poco conosciuti. Una stima dell’anno 2016 riporta come fruitori della Libroteca d’arte circa 5 mila presenze tra bambini, docenti, famiglie e studenti.