Prosegue il racconto di Marta Sironi su un'esperienza di didattica dell'arte intrapresa in una scuola primaria milanese, a partire da Viva la natura morta!, della collana Piccola Pinacoteca Portatile. Dopo la visita al Museo del 900 a caccia di nature morte, qui il post, i bambini si cimentano con quanto hanno imparato e osservato.
[di Marta Sironi]
Dopo alcuni giorni dalla visita con i bambini al Museo del 900, il secondo incontro, operativo e finalizzato alla pratica, ispirati dal percorso di osservazione, disegno e collage proposto dal libro della PiPPo, Viva la natura morta!, si è svolto in classe, guidati da Francesca Bazzurro.
I tavoli della classe sono stati uniti in gruppi di quattro e ogni gruppo ha composto la propria natura morta. Ogni bambino munito di foglio e matita ha iniziato a copiare ‘dal vero’ il soggetto che aveva di fronte.
Sono stati rarissimi i casi di bambini inibiti dall’esercizio ed è stato sufficiente ricordare loro la libertà di alcune opere viste per sbloccare la situazione. Naturalmente non si è trattato di un esercizio in senso stretto e accademico di copia dal vero, ma di invitare a tradurre con il disegno un oggetto reale. Per questo, precedentemente, avevo chiesto ai bambini di portare da casa degli oggetti di loro gradimento o per loro particolarmente interessanti, da inserire all'interno dei disegni che avrebbero realizzati (e sulla scelta delle cose che ognuno di loro ha scelto e portato si potrebbero scrivere volumi...).
Per cominciare, e prima di lasciare ogni bambino libero di procedere secondo la propria volontà, Francesca ha spiegato il concetto di composizione, che sta alla base di ogni natura morta: sulla superficie del quadro i singoli oggetti non sono disposti a caso, ma secondo un ordine che l'artista stabilisce in base al proprio punto di vista e criterio compositivo: cromatico, simbolico, dimensionale, affettivo eccetera. Prima di procedere con il disegno, quindi, è importante che ognuno stabilisca in che modo i singoli oggetti entreranno a fare parte dell'unità costituita dal loro insieme.
Al di là di una tendenza a copiarsi nello stesso tavolo, sorretti magari dal compagno più disinvolto, fra i bambini sono emerse subito modalità di approccio al soggetto molto diverse tra loro: relegare la natura morta in un angolo e in dimensioni ridottissime rispetto al foglio; l’ambientazione della natura morta nella classe, inserendo il compagno di fronte, i mobili e gli oggetti d’arredo; presenza di riferimenti agli stili visti al museo, fino alla copia ‘realistica’ degli oggetti in fronte.
Una volta concluso il lavoro a matita, Francesca Bazzurro ha poi orientato ciascuno bambino a concludere l’opera, suggerendo aggiunte apparentemente molto strane – inserisci la tua mano, disegna il mezzo di trasporto con cui sei andato al museo… – indicazioni che sono servite a spostare l’attenzione dal livello ordinario di ciascun bambino, orientandolo verso un nuovo passo, nella direzione di una sempre maggiore libertà interpretativa.
A questo scopo sono serviti anche i materiali aggiuntivi di grande fascino che mi sono procurata per realizzare questo laboratorio, interessanti soprattutto per il loro carattere ‘storico’: da pezzi di litografie dell’Ottocento a etichette, caratteri tipografici, carte decorate a mano... Questi materiali hanno aiutato i bambini a chiudere l’opera, arricchendo l’ambientazione, aggiungendo parole eccetera.
In ogni classe c’è stato almeno un bambino che ha dichiarato di volere diventare artista. E la sicurezza del tratto e dell’interpretazione dimostra come solo l’esercizio ricorrente al disegno, meglio ancora se accompagnato da un’altrettanta confidenza con le opere del passato, sia una scuola rigorosa e divertente.
Anche nella parte pratica del laboratorio ciascun bambino si è dimostrato in grado non solo di esprimere al meglio le proprie capacità manuali e creative, ma di dare espressione al suo più intimo sentire, particolarmente libero di esprimersi e affinarsi grazie alla preparazione avvenuta con l’avvicinamento ai dipinti del Museo del 900 e alla declinazione ludica dell’intera operazione.
Ringrazio ancora tutti i bambini, la scuola, le insegnanti, i genitori che hanno accettato questa proposta di attività e formazione che crediamo declinabile nei prossimi anni con un progressivo avvicinamento alle collezioni museali della città, accompagnato da sempre più approfondite e appassionanti esperienze di pratica artistica.