Un piccolo libro blu entra in Casa Mus-e

[di Silvia Geroldi, autrice e artista di Fondazione Mus-e Italia ETS]

Siamo tanti e tutti diversi, noi di Mus-e. Entriamo in punta di piedi nelle classi e ci restiamo per un po', portando progetti artistici e meraviglia che ci fanno conquistare la fiducia delle bambine, dei bambini e degli insegnanti. Ogni anno, la fine del percorso è festeggiata insieme alle famiglie. Non uno spettacolo, ma una vera lezione aperta per far comprendere al meglio cosa significa entrare in contatto con linguaggi che normalmente restano fuori dalla scuola. Musica, canto, teatro, danza, arti visive: ogni professionista porta la sua esperienza e la declina in un percorso appositamente studiato per la realtà in cui va a inserirsi, spesso collocata in zone marginali che risentono maggiormente della povertà educativa. 

Il progetto Mus-e è totalmente gratuito per la scuola e per le famiglie e si sostiene grazie a donazioni di soggetti privati, sponsorizzazioni e partecipazione a Bandi. È proprio grazie al Bando Cariplo “Per il Libro e la Lettura” progetto “Lettori si diventa” che mi trovo a condividere queste riflessioni a partire da un albo edito da Topipittori.

Da sempre ho una predilezione per gli albi illustrati che permettono letture a diversi livelli di profondità e Case, testo dell'autrice cilena María José Ferrada e illustrazioni dello spagnolo Pep Carrió, è perfetto per esemplificare ciò che intendo. Nato dalla condizione di isolamento dovuto alla pandemia, il libro accoglie trentanove brevi racconti che ruotano intorno all'idea di abitazione. Case che si fondono con l'ambiente circostante, case che contraddicono l'intrinseco valore della stabilità e viaggiano, case che stanno sul palmo della mano, case rovesciate, case per guardare bene là fuori, case per rimanere ancora più dentro... un repertorio di immagini e parole evocativo e ricco di possibilità.

Ammetto però che quando dal coordinamento di Mus-e Milano mi è arrivato l'invito a lavorare su questo libro durante l'anno scolastico 2024-2025, un po' mi sono preoccupata. Si tratta infatti di un'opera contraddistinta da una scrittura complessa e poetica, con illustrazioni seducenti, sì, ma anche piene di assenza. Nessun animale, nessun personaggio ad altezza bambino che prenda esplicitamente per mano e aiuti a entrare, tuttalpiù enigmatiche teste senza occhi. Se per me è stato un piacere indulgere in una rilettura approfondita per cogliere alcune sottili citazioni, mi sono chiesta se il libro fosse adatto a quella “mia” terza vivacissima che conoscevo già così bene.

Mentre sfogliavo le pagine per capire come strutturare il mio percorso, ho appreso che anche altri colleghi di Mus-e avrebbero avuto Case come punto di partenza. Siamo tanti e tutti diversi, noi di Mus-e: quali nuove strade avrebbero preso le trentanove abitazioni di María José e Pep?

Eccoci qui: sei discipline, nove professionisti, undici classi (terze, quarte e quinte) di Milano e Brescia, per un totale di circa duecentoventi bambini, uniti e divisi da un piccolo e solido libro blu. Con la carrellata che segue vorrei restituire almeno in piccola parte il senso e la gioia dei nostri percorsi laboratoriali paralleli. Per necessità di spazio ho raggruppato per discipline, evidenziando i tratti comuni.

ARTI VISIVE E SCRITTURA

Floriana Picarello, arteterapeuta; Silvia Geroldi, autrice

Se noi stessi possiamo essere una casa, allora la scuola è come un quartiere: un insieme di spazi comuni e piccole individualità. E se ci lasciamo andare alla fantasia, anche noi come gli autori possiamo inventare le case più strane, rappresentarle graficamente e descriverle. Colpiscono soprattutto le case in movimento e quelle che si integrano e nascondono nella natura.

Disegni, stampe e collage fanno affiorare progetti di case future, luoghi ideali e mondi in armonia. La casa è anche contenitore di parole e sussurri pieni di mistero. Con naturalezza, il testo di María José Ferrada, sofisticato e alto, può contenere o ispirare nuove case, nuove storie: le nostre.

CERAMICA

Chiara De Giglio, ceramista

La casa è un contenitore che accoglie e protegge. È materia da accarezzare, con un esterno e un interno, quest'ultimo a sua volta articolato in stanze da riempire di emozioni. Lastra, pizzicato e colombino diventano gesti di costruzione e cura. Nascono così oggetti che emanano sicurezza e conforto.

MUSICA

Paolo Pappalardo, cantautore; Davide Bonetti, fisarmonicista

Cantare insieme è creare una base di immaginari, valori e ritmi condivisi, in una realtà che spesso sottolinea le differenze e disgrega. Quali canzoni italiane parlano di case? Questa immagine da La sera dei miracoli di Lucio Dalla sembra in effetti uscita dai colori densi di Pep Carrió: “Si muove la città / Con le piazze e i giardini e la gente nei bar / Galleggia e se ne va / Anche senza corrente camminerà / Ma questa sera vola / Le sue vele sulle case sono mille lenzuola...”

DANZA

Mavis Castellanos, danzatrice

Alcune case del libro hanno un ritmo dondolante e acquatico e sono proprio quelle ad ispirare un lavoro sulla consapevolezza e sulle potenzialità narrative del corpo. Di lezione in lezione, le parole e le immagini degli autori si trasformano in movimenti espressivi nella cornice dei passi di danza afrocubana.

MOVIMENTO ED ESPRESSIONE CORPOREA

Anna Massaro

La casa è uno spazio corporeo delimitato e quotidiano. Uno spazio prima privato, poi condiviso con i compagni, infine mattoncino per costruire una casa comune: la scuola come luogo di benessere.



TEATRO

Paula Carrara, attrice; Michele D'Aquila, attore

Le case del libro vengono messe in scena, esposte. In quanti modi possiamo leggere? Esploriamo con la voce le vocali, le consonanti... Si può leggere anche con il corpo? Si può leggere anche tutti insieme? Ritmo e coralità disegnano i rapporti tra le case, tra di noi.

E dentro? Quali personaggi abitano le case? Chi sono, che relazioni hanno, che emozioni provano? Lo spazio vuoto attraverso l'azione teatrale diventa abitato dalla parola, dal corpo: è nata una storia.

Sin dall'avvio del progetto ogni bambina e ogni bambino ha ricevuto in regalo una copia del libro. Questa possibilità si è rivelata importante e ha segnato tutti i percorsi. Nelle classi in cui opera Mus-e, infatti, sono davvero pochi i bambini che in casa hanno a disposizione volumi di qualsiasi genere e ancora meno quelli che accedono a testi ben fatti che abbiano anche un valore artistico. Regalare il libro ha significato svincolare l'albo dalla fruizione scolastica. Il libro Case è entrato nelle case, quelle vere, nello spazio privato e affettivo del bambino. Ha assorbito profumi, tempi, lingue diverse dall'italiano. Lì il piccolo libro blu ha lavorato da solo, agendo in modo potente e nel profondo.

“Questo libro è mio!” ho sentito affermare con sincero entusiasmo e promessa di leggerlo “tutto in un giorno”. Lo hanno fatto davvero. E in classe hanno poi chiesto spiegazioni, approfondimenti, eletto una casa preferita. Giorno dopo giorno Case è diventato un amico intimo. E se le immagini di Pep Carrió sono state per i più la chiave di accesso, qualcuno ha saputo rielaborare in autonomia l'aura misteriosa e il ritmo di scrittura di María José Ferrada e farla propria.

IL RUBA CASE

Cuesto individuo e un essere mitologico delle case.

Si dice che rubi le case per completare il suo cuore.

E ogni notte viene avvistato però solo le case lo vedono.

E ogni notte non si vedono più le case.

E il nome è Karjuscasus.

Ci sono poche foto al riguardo.

Sebastian, anni 8, scrittura spontanea.

Le abitazioni di Case sono solide, misteriose, aperte e legate da fili sottili, ecco perché hanno permesso questo caleidoscopo di sguardi. In fondo, ci somigliano.

Per noi artisti il progetto Mus-e è una casa: lavoriamo soli e liberi, tanti e tutti diversi nelle nostre stanze-classi, ma soli veramente non siamo mai perché la Fondazione permette momenti di confronto e formazione continua.

Ma Mus-e è casa anche per queste bambine e per questi bambini, per le loro famiglie e per gli insegnanti che si mettono in gioco lasciandoci creare uno spazio/tempo sicuro e protetto dove tutto può essere immaginato, espresso e rielaborato. Non ci sono obiettivi da raggiungere, valutazioni e standard. Nessuno è più bravo e meritevole di un altro. Ci sono solo tempi rilassati, esempi, stupori, luci e ombre, nuovi mondi, tentativi, risate. Tante risate che, speriamo, diventeranno ricordi positivi sui quali costruire futuro.

Per chi è interessato ad approfondire il lavoro di Fondazione Mus-e Italia ETS nelle scuole segnaliamo il sito e il canale instagram costantemente aggiornato. È possibile supportare il progetto in molti modi: donando piccoli contributi, destinando la quota del 5x1000, organizzando eventi solidali, finanziando interi percorsi. Per informazioni si prega di consultare il sito o scrivere a Ivana Bozzano:  bozzano@mus-e.it