Giocare a disegnare

ovvero la Piccola Pinacoteca di Trevignano alla Biennale d'Arte Ragazzi

[di Monica Monachesi]

Questo post si potrebbe anche intitolare: Pippo colpisce ancora! La collana Piccola Pinacoteca Portatile, infatti, è stata al centro di un nuovo evento collettivo, uno dei molti da che è nata, uno fra i diversi da me, nel tempo, progettati dopo Bassano, Sarmede e Verona. Così, di nuovo tanti disegnatori coinvolti e di nuovo migliaia di disegni.

Questa volta, la Piccola Pinacoteca Portatile mi è stata di supporto per un corso di aggiornamento che ho ideato per realizzare la Biennale d’Arte Ragazzi 2018 voluta dall’Assessorato alla Cultura di Trevignano (TV), negli spazi di Villa Onigo, anche sede della Biblioteca Civica. La Biennale è un appuntamento di formazione ormai consolidato a Trevignano, che coinvolge esperti e offre un bellissimo spazio per i giovani disegnatori. Suo principale obiettivo è far conoscere l’arte attraverso l’osservazione e il disegno, attraverso un’esperienza individuale e collettiva, mettendo insieme le risorse e le esperienze di ragazzi e adulti.

Villa Onigo, sede della Biennale d'Arte Ragazzi 2018.

L’occasione mi è stata offerta dal Comune di Trevignano. Su richiesta dell’Assessorato alla Cultura ho strutturato una serie di incontri di formazione rivolti agli insegnanti, perché potessero lavorare autonomamente in classe in vista della Biennale d’Arte Ragazzi 2018. Mentre pensavo al tema intorno a cui lavorare, mi sono detta: l’universo ludico è davvero un soggetto bello e coinvolgente, come ho potuto constatare durante le riuscite esperienze del Festival dei Giochi in Strada Tocatì e della Biblioteca Civica di Verona, realizzate intorno al libro Per gioco, di Marta Sironi e Viola Niccolai, prodotto in collaborazione con l'Associazione giochi antichi e Topipittori. Perché, allora, non lavorarci ancora?

Mentre esploro gli spazi espositivi.

Così il corso si è articolato in una esplorazione di una galleria di opere, una sorta di viaggio nel tempo per scoprire come giocavano i bambini di altre epoche e nello stesso tempo permettere l’esperienza del disegno, sperimentando tecniche consuete, ma usate in modi nuovi, scoprendo effetti cromatici e strategie compositive osservate nei capolavori della storia dell’arte, e anche imparando a sovvertire le regole: insomma giocare a disegnare, apprendere l’arte di divertirsi. Un metodo di lavoro che in seguito gli insegnanti hanno passato ai loro studenti per preparare i lavori che sarebbero stati esposti alla Biennale Ragazzi.

I manifesti realizzati con i disegni e gli slogan dei ragazzi della Scuola Secondaria di I grado.

Dunque, a fine ottobre 2017 ho presentato il progetto Piccola Pinacoteca di Trevignano che ha ricevuto ben 50 adesioni di insegnanti delle Scuole dell’Infanzia di Falzé, Musano, Signoressa, Trevignano e la Scuola Primaria e Secondaria di I grado dell’Istituto comprensivo di Trevignano.

Abbiamo lavorato insieme per 15 ore totali distribuite su 6 pomeriggi tra novembre e gennaio. Poi gli insegnanti hanno gestito autonomamente il lavoro nelle classi, con l’accordo di concludere per fine aprile e consegnare i lavori realizzati dari ragazzi all’inizio di maggio.

I bambini e ragazzi coinvolti sono stati oltre 1.000, ciascuno dei quali ha realizzato più di un lavoro. Devo dire che per me è stato una grande responsabilità e una grande soddisfazione perché numeri così elevati non mi erano mai capitati.

Però avevo dalla mia una collana a cui ispirarmi, molte esperienze precedenti maturate in questo ambito, una ricca galleria di opere con cui giocare, e abilissimi disegnatori da coinvolgere.

I manifesti realizzati con i disegni e gli slogan dei ragazzi della Scuola Secondaria di I grado.

Mi sono messa all’opera esemplificando e amplificando le tante attività suggerite dal libro. Avevo molto riflettuto su come riuscire a supportare insegnanti che poi avrebbero dovuto lavorare con classi sempre più numerose;  per questo ho ideato attività individuali e attività collettive, e mentre lavoravamo, per mia deformazione professionale, già immaginavo la mostra che ne sarebbe scaturita.



Durante il corso, esperimenti di tecniche e stili.

Durante il corso, appena abbiamo cominciato a disegnare, ho percepito subito un'atmosfera propizia: aleggiavano curiosità, contentezza, entusiasmo e quasi subito sono cominciate a nascere idee: insomma, posso dire che disegnare fa proprio bene, alla mano e al pensiero. Provando in concreto a fare le cose ci si accorge, infatti, che siamo capaci di imprese che fino a quel momento abbiamo credute irraggiungibili. Certo, come in ogni  gioco ci sono delle regole da rispettare, e chiarirle è stato proprio il compito del mio corso.



Gli insegnanti disegnano.

Gli insegnanti erano davvero tanti e ho fatto il possibile per ascoltare chiunque mi proponesse idee da sviluppare o dubbi da sciogliere. Il dialogo è stato molto stimolante anche per me: una volta compreso il meccanismo, sono fioccate proposte di grande interesse: dagli ingrandimenti allo sbalzo su rame…

Alcune proposte di lavoro degli insegnanti.

A fine corso, ogni insegnante ha ricevuto materiali descrittivi delle attività per poter scegliere il proprio ambito di lavoro preferito, dalle opere di riferimento alle tecniche. Ogni classe ha realizzato più di un lavoro, individuale, collettivo, anche realizzando fotografie e testi.



Alcuni lavori dei ragazzi.

Sono tornata a Trevignano tre giorni prima dell’inaugurazione, per l’allestimento della mostra con l’intenzione di valorizzare i materiali, distribuendoli lungo un percorso ben leggibile da tutti.

Sono rimasta sorpresa dalla quantità dei lavori, dalla freschezza dei disegni, dalla varietà di ciò che avevo sotto gli occhi. Un lavoro in cui erano evidenti, concretamente, quanta attenzione, dedizione, pensiero, grandi e piccoli vi avessero profuso.

Anche il momento dell'allestimento della mostra è stato importante. Fin dall’inizio ho coinvolto gli insegnanti, convinta che per loro condividere questa fase con la curatrice del progetto, fosse un’occasione di importante di formazione: osservare i materiali col pensiero rivolto ai futuri visitatori e non solo unicamente al percorso fatto con i propri alunni, per riuscire a valorizzare ogni singola parte nel contesto più grande del progetto comune.

Durante l'allestimento.

La Biennale Ragazzi, come dicevo, è ospitata nella bellissima Villa Onigo, a Trevignano e sarà aperta ai visitatori fino al 20 maggio. A Trevignano apre i battenti la Biennale d'arte dei ragazzi

Come dicevo, il tema della mostra è il gioco attraverso le opere d’arte create dai maestri del passato, dal Rinascimento ai giorni nostri.





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Il percorso espositivo si apre al piano terra con la presentazione del progetto raccontato da alcuni pannelli esplicativi; segue la galleria di immagini di grandi opere d'arte a cui i giovani disegnatori si sono ispirati, utile da tenere a mente mentre si visita la mostra; infine, sono presenti i volumi della collana PiPPo in consultazione. I primi originali esposti sono quelli dei ragazzi delle scuole medie utilizzati per i manifesti della Biennale.

Al piano superiore si percorrono due infilate di stanze consecutive. In ogni stanza il visitatore trova il modo in cui l’arte di divertirsi è stata interpretata da varie classi a partire da un certo dipinto che ha funzionato come modello e ispirazione.

Non mi rimane ora che da ringraziare gli insegnanti e le istituzioni di Trevignano per il supporto e la piena collaborazione che mi hanno dato.

Riproporrò il corso nei prossimi mesi, credo, in diverse situazioni che in questo periodo stanno prendendo forma, e a settembre/ottobre lo replicherò di sicuro a Verona, nell’ambito del Festival Tocatì con mostra finale presso la Biblioteca Civica.

Le immagini di questo posto sono state scattate da Dimitri Feltrin e da alcune insegnanti.

Ecco qui la nostra mostra.