La Stanza delle Meraviglie

[di Giulia Valsecchi]

Iniziando il percorso della seconda media e trovandoci tra colleghi per definire un progetto comune, due anni fa abbiamo deciso di focalizzarci sul concetto di Wunderkammer: la stanza delle meraviglie di origine rinascimentale. Ci stava particolarmente a cuore il concetto di stupore, uno stupore che generasse domande e che quindi aprisse la possibilità alla scoperta del nuovo.

 

Kunstformen der Natur, Ernst Haeckel.

Crediamo, infatti, che tra gli obiettivi della nostra didattica si debba lasciare spazio alla ricerca di ciò che non è noto. Questo per svariati motivi, come la necessità di risolvere problemi attuali o di capire più approfonditamente la realtà; o forse perché avevamo a cuore che gli alunni sperimentassero quella gioia che si sperimenta quando si scopre qualcosa.

Volevamo che i lavori svolti dai ragazzi fossero oggetto di meraviglia degli stessi, nel tentativo di renderli consapevoli delle proprie capacità e nella speranza che fossero ancora desiderosi di stupirsi. Vari professori in varie materie avrebbero proposto la realizzazione di diversi elaborati da inserire nella Wundekammer che sarebbe stata reale e virtuale.

Il professore di musica ha proposto di insegnare ai ragazzi come realizzare qrcode e short url che fossero accessibili a tutti su qualsiasi dispositivo (caratteristiche a cui Nicola tiene particolarmente, perché è convinto che gli strumenti informatici dovrebbero essere di tutti).

Il professore di tecnologia invece si è occupato di creare con dei ragazzi delle scatole in cui inserire piccoli oggetti, gli short url e i qrcode.

  

Visto poi che ci sarebbe piaciuto regalare la Wunderkammer come manufatto o ipotetico “museo ibrido” abbiamo raccolto gli short url e i qrcode in un foglio dove era stata ricalcata la stampa di una Wundekammer del Settecento (se voleste stampare una copia cartacea cliccate sul link sottostante).

Se desiderate scaricare l'immagine, qui.

Siamo passati quindi alla realizzazione dei manufatti. Se la fase legata alle competenze concrete e digitali aveva entusiasmato i ragazzi, quando abbiamo cominciato a riflettere sul concetto di stupore sono cominciati i problemi. Gli alunni erano apatici, quando ponevamo domande sembravano non avere risorse.

Allora, dopo aver proposto la lettura di Miracoli di Walt Whitman, li abbiamo coinvolti nella realizzazione di un video. A ciascun alunno è stato proposto di recitare un brano della poesia e due di loro hanno filmato gli occhi dei compagni, mentre li tenevano aperti e guardavano la videocamera; poi hanno montato e assemblato il tutto.

Il cambiamento è stato repentino: si divertivano, pur facendo fatica, ed erano stupiti e fieri del risultato ottenuto. Il commento di A. che ha colto subito nel segno (senza che noi dicessimo nulla) mi ha fatto particolarmente sorridere: «Come facciamo a meravigliarci? La risposta è: mettersi al lavoro». 

Miracoli W.W.

In un secondo momento abbiamo proposto loro di fare lo stesso lavoro da soli. Dovevano cercare una poesia che parlasse della natura, perché avevamo concordato che la nostra Wundekammer dovesse parlare della casa dove abitiamo, la Terra. A. ha scelto di farci sperimentare la bellezza dei boschi, E. invece ha riflettuto con Brecht sulla precaria condizione che oggi vivono i nostri ecosistemi. In scienze è stato realizzato un suggestivo lavoro di osservazione del tramonto in un punto panoramico di Calco. I dati raccolti sono stati segnati su un foglio dove era rappresentata la silhouette dell’orizzonte e i ragazzi hanno potuto trarre conclusioni sulla traiettoria del disco solare nelle varie stagioni. È stato un lavoro entusiasmante che è piaciuto moltissimo ad alunni e professori. Con la professoressa di spagnolo hanno lavorato con una nube de palabras su García Lorca. Hanno iniziato a capire il significato delle parole in essa presenti e hanno ipotizzato delle connessioni tra di loro creando un quadro generale in cui muoversi.

Dopo aver visto un video sulla vita del poeta, hanno discusso e arricchito la nube de palabras con le loro parole, per passare poi all’interpretazione de La conchiglia

Con la professoressa di arte, in seguito, hanno ripreso i disegni dell’artista Ernst Haeckel (inventore del termine ecologia) in Forme d’arte della Natura.

  

Kunstformen der Natur, Ernst Haeckel.

Hanno dunque realizzato le loro conchiglie che sono state usate come base per il video. Anche in lettere abbiamo ripreso la poesia La conchiglia, per ascoltarne musicalità e sonorità e l’abbiamo accostata alla poesia Conchiglia di Alessandra Berardi Arrigoni che è stata anch’essa recitata con lo sfondo delle conchiglie di Haeckel. Abbiamo pensato di inserire nella Wundekammer anche due poesie che parlavano di alberi: Il ginepro, di Alessandra Berardi Arrigoni (per vedere il filmato, qui) e Il susino di Bertold Brecht. In seconda si inizia a parlare di orientamento e quel ginepro tutto storto, ma che sa dove sta andando è piaciuto molto ad alcuni di loro.  

 Il Ginepro di A.Berardi Arrigoni, illustrazione di Marina Marcolin.

Anche Il susino di Bertold Brecht, «costretto e soffocato» li ha colpiti (per vedere il filmato, qui). Dice I.: «Io mi sentivo particolarmente connessa con il susino e sono sicura che sia stata un’attività utile per conoscermi: ho capito di essergli simile in alcune circostanze, per esempio quando mi sento sotto le regole di qualcuno».

Una parte della Wundekammer poi è stata dedicata ad alcuni libri che abbiamo letto, come M come il mare, di Joanna Concejo e Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway. Nel primo caso il risultato della loro riflessione viene da un lungo lavoro di analisi del testo e delle figure. Il libro li aveva disorientati parecchio, anche perché era la prima volta che alcuni di loro incontravano un albo illustrato. La domanda più frequente era: «Ma quante immagini ha questo libro, perché le parole sono così poche?» Eppure, le loro considerazioni e i loro affondi, mi hanno convinta che il lavoro è servito.

M come mare, di Joanna Concejo.

 Per leggere le rfilessioni dei ragazzi su M come marequi e qui.

Così come, inaspettatamente, è piaciuta molto la lettura del libro di Hemingway, al punto che senza che nessuno glielo chiedesse, A. ha realizzato un video-fumetto che raccontava le vicende di Santiago.     

Anche la riflessione di L. sull’amicizia (seguita alla lettura de Gli amici nascosti di Cecilia Bartoli) ci ha colpito moltissimo: «Gli amici nascosti sono degli amici che non sanno di essere tuo amico e come un amico ti aiutano a superare il tuo viaggio tra la gente». Per leggere le riflessioni dei ragazzi sul libro, qui.

Gli amici nascosti di Cecilia Bartoli, illustrazione di Guido Scarabottolo.

Ora, a lavoro concluso, in attesa di andare a vedere come andrà a finire questa cosa della sete di conoscenza, incrociamo le dita e speriamo di aver suscitato desiderio.